Internet per molti ormai è l’arena del confronto politico: social network, giornali online, conferenze telematiche, dirette YouTube e Facebook. Ai tempi della pandemia di Covid-19, anche l’universo di internet è stato travolto dai suoi effetti.
Gli esperti hanno individuato tre macro-settori di tendenza:
- Attacchi cibernetici, che sfruttano il Coronavirus per diverse finalità tra cui lo spionaggio e l’esfiltrazione di dati sensibili;
- Privacy e controllo. La necessità di monitorare, prevenire e tracciare i contagi tra la popolazione ha riacceso il dibattito riguardo l’annosa questione privacy vs sicurezza: ridurre la privacy, aumentare i controlli individuali per il bene comune? E fino a quanto?
- Fake news/disinformazione, per molti siamo di fronte alla prima vera e propria “infodemia” della storia, ovvero una “circolazione eccessiva di informazioni, talvolta non vagliate con accuratezza, che rendono difficile orientarsi su un determinato argomento per la difficoltà di individuare fonti affidabili”.
In questo articolo approfondiremo la terza macro-tendenza.
L’informazione è l’essenza delle relazioni sociali e della qualità delle scelte intraprese da ciascuno di noi, comprese le scelte politiche. Un’informazione trasparente, chiara e con fonti verificabili è la migliore garanzia che hanno le istituzioni democratiche: senza informazioni, non ci potrebbero essere scelte consapevoli.
Proprio questo legame a doppio senso che lega informazione e istituzioni democratiche che è diventato il bersaglio di soggetti interni (partiti o gruppi politici estremisti e sovranisti) ed esterni (in particolare potenze straniere illiberali) interessati a danneggiare la tenuta delle istituzioni democratiche diffondendo migliaia di informazioni false.
La pandemia da Covid-19 è diventata l’occasione perfetta per testare su milioni di persone, limitate negli spostamenti e quindi nelle interazioni sociali e quindi da una potenziale correzione o messa in allerta che comunemente queste ci consentono di ricevere, ma libere di navigare nel web senza però alcun filtro, soggette all’effetto di informazioni potenzialmente false, sotto forma di tweet, post Facebook, video YouTube, articoli di riviste online.
Contro i potenziali danni provocata dalla diffusione delle famigerate fake news, sono state costituite task force di specialisti dell’informazione e del giornalismo all’interno di organizzazioni non-governative e governative, note come fact checked (letteralmente tradotto: fatti verificati) e si dedicano a monitorare siti o informazioni diffuse noti per essere fonti di disinformazione spesso legati a gruppi politici interni o esterni.
Grazie al lavoro di queste organizzazioni è stato possibile non solo mettere allo scoperto tali notizie ma anche venire a conoscenza delle tendenze in atto volte a screditare il più possibile l’Unione Europea proprio come progetto politico, distorcendo il difficile dibattito su una risposta comune europea e quindi l’assenza di una vera solidarietà europea, causata proprio dalla mancanza di uno Stato federale europeo.
Uno dei più noti e autorevoli fact-check è EUvsDisinfo (https://euvsdisinfo.eu/), gestito della task force East StratCom, il gruppo di lavoro creato nel 2015 dal Servizio europeo per l'azione esterna (SEAE, il servizio diplomatico dell'UE) per tenere traccia e cercare di contrastare le campagne di disinformazione lanciate in particolar modo dalla Russia contro l'Unione europea, i suoi stati membri e i paesi limitrofi.
Grazie alla loro attività si può conoscere che le fake news made in Russia sono articolate e varie e si possono distinguere:
- Siti apertamente affiliati a strutture statali russe o registrati in Russia e con legami a circoli pro Russia, come: RT, Sputnik, Pervy Kanal, e rubaltic.ru, geopolitica.ru, News Front, Strategic Culture Foundation, il Fronte Sud e One World;
- Siti registrati al di fuori della Russia e senza apparenti legami con strutture statali o oligarchiche russe, ma dedicati principalmente a temi russi: ad esempio, Russia-Insider, Russian-Faith, The Duran, The Saker;
- Siti registrati al di fuori della Russia che supportano le narrazioni a favore della Russia, pur non avendo alcun apparente legame con essa, e che riferiscono anche su una più ampia gamma di questioni: ad esempio, Global Research, Unz Review, Veterans Today, The Alt World.
Tra le principali narrazioni false che vengono fatte circolare, le principali sono:
Nr. |
Fake news |
Fonti |
1 |
"L'UE non riesce ad affrontare la pandemia; l'Unione sta per crollare" |
La narrazione è promossa da fonti pro russia, da diverse reti/fonti nazionali negli Stati membri dell'UE, nei paesi del partenariato orientale, nell’Africa subsahariana, nei Balcani occidentali e nei paesi nord-africani e del medio oriente (area MENA). Nella regione MENA, per esempio, l'idea che l'UE si stia "smantellando" (dismantling) di fronte a COVID-19 è ampiamente diffusa.
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2 |
"L'UE è egoista e tradisce i propri valori" |
Promossa da fonti pro Cremlino, da diverse reti/fonti nazionali negli Stati membri dell'UE, nei Paesi del Partenariato orientale, nella regione MENA, nei Balcani occidentali e nei Paesi africani. In Ucraina, ad esempio, i messaggi catastrofici sull'imminente crollo dell'UE sono stati combinati con la rappresentazione dell'Ucraina come "Stato fallito" che è stato "abbandonato dai suoi alleati europei".
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3 |
"Russia e Cina sono potenze responsabili" |
I media pro Russia sono concentrati in particolare sugli aiuti russi consegnati all'Italia, proclamando che "la Russia sta aiutando l'Italia e l'UE no". Il messaggio sembra risuonare nel pubblico nazionale: su Instagram circolano diversi video in italiano che mostrano individui che scambiano la bandiera dell'UE con quella russa, o che mostrano veicoli militari russi sulle strade italiane. Il canale televisivo Rossiya 1, controllato dallo Stato, ha riportato con una certa dose di sarcasmo che un convoglio militare russo ha viaggiato sulle "strade della NATO". Sempre fonti pro Russia hanno anche descritto il "progetto globale" cinese come superiore all'UE. I media e i canali dei social media controllati dallo Stato cinese hanno fortemente promosso l'idea che il modello cinese è superiore nell'affrontare il COVID-19, evidenziando al contempo le espressioni di gratitudine globale per la consegna degli aiuti cinesi, anche in Italia. Molti esperti sostengono che, oltre a creare una migliore immagine internazionale, l'obiettivo generale della Cina è quello di mantenere la stabilità sociale in patria.
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4 |
"L'UE sta sfruttando la crisi per far progredire i propri interessi" |
Questa narrazione è stata meno evidente, ma comunque promossa in molte delle regioni sopracitate. In Georgia, le fonti citano che il "KGB dell'Ossezia del Sud" hanno affermato che, con il pretesto della pandemia, Tbilisi sta violando il "confine" con l'Ossezia del Sud con l'aiuto della missione di monitoraggio dell'Unione Europea in Georgia. In Siria, il regime ha promosso l'idea che, mantenendo le sanzioni, l'Ue e gli Usa stanno minando le risposte umanitarie e mediche alla COVID-19. Allo stesso modo, RT ha sostenuto che i Caschi Bianchi (un obiettivo di primo piano della disinformazione pro Cremlino) stanno usando la pandemia per promuovere il programma di cambiamento di regime della coalizione USA in Siria. In Kosovo, l'idea che "la crisi rivela il pregiudizio pro-serbo dell'Ue" ha guadagnato terreno.
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La disinformazione organizzata e di massa è molto pericolosa in questo momento di fragilità del dibattito politico in cui non è poco chiaro ai cittadini quale sia la vera debolezza dell’Europa (l’assenza di un vero Stato federale europeo che agisca) e lo strumento per avvicinarsi (la creazione di un bilancio dell’Unione Europeo svincolato da quello degli Stati nazionali e dotato di risorse proprie) al salto federale.