Riflessioni federaliste verso Santiago de Compostela, una metafora del cammino dell’unificazione europea.

 

Il nostro viaggio è scandito in cinque giorni di 20 a 30 km da percorrere quotidianamente. Entusiasti e un po’ intimoriti dalla fatica che ci aspetta ci svegliamo nell’ostello avvolti nella nebbia mattutina e da una leggera pioggia di fine estate. Il paesaggio di fronte ai nostri occhi è rigoglioso e tranquillo. Saliamo su colline che risuonano di vivaci melodie di grilli e camminiamo su tratti pianeggianti ombrosi, immersi in verdi querceti, meleti profumati, eucalipti argentati e campi di mais, respirando la fresca brezza che delicatamente ci accompagna. La natura ci avvolge nella sua bellezza. Incontriamo i tradizionali granai galiziani, le antiche case in pietra e mansueti animali domestici. Ogni luogo racchiude qualche simbolo del Cammino di Santiago che ci ricorda il nostro pellegrinaggio spirituale: una panchina su cui riposarci, un santuario nascosto, una frase confortante scritta su un sasso, un pellegrino che sorridendo ci augura “buon cammino”.

L’Europa in cammino…

Il Cammino di Santiago de Compostela è una metafora del cammino dell’unificazione europea. Durante la nostra avventura, lungo la via di san Giacomo, 114 km a piedi in 5 giorni, abbiamo maturato pensieri sull’Europa collegati alla nostra bellissima, seppure faticosa, esperienza. L’Europa è spesso vista dagli storici come un lungo cammino verso la pace e l’integrazione economica e politica, un processo che ancora oggi è “in marcia”. Come il Cammino di Santiago, diviso in varie tappe che si susseguono, ma che portano tutte ad un obiettivo comune, l’unificazione dell’Europa si è costruita in varie fasi con molte difficoltà ed enormi sacrifici. È necessaria una forte collaborazione tra i pellegrini lungo il percorso. Andare d’accordo, condividere l’acqua e il cibo, aiutarsi in caso di difficoltà e trovare sempre un modus vivendi nei momenti più difficile è la chiave per un percorso di solidarietà e di pace. Similmente, l’idea di fondo dell’integrazione europea è stata quella di spingere le istituzioni a far propri una serie di valori condivisi tra cui libertà, sicurezza, giustizia e democrazia e di metterli in pratica nelle loro politiche.

Il cammino verso l’Europa 

L’Europa ha rappresentato anche una meta per molti Paesi, oppressi da regimi autoritari (come la Spagna, la Grecia e il Portogallo negli anni ’70 del secolo scorso, o i Paesi dell’Est all’inizio del millennio). Da ultimo, lo slancio dei Balcani occidentali verso l’Europa ne è la più recente dimostrazione. L'UE è già il più importante donatore e investitore nella regione nonché il principale partner politico e commerciale. Ma come il Cammino di Santiago anche il percorso dei Balcani verso l’UE è pieno di ostacoli e momenti di fatica da allargamento, come per esempio l’attuale l’impasse, dovuta al veto francese all’apertura dei negoziati con l’Albania e la Macedonia del Nord.

Il Cammino di Santiago de Compostela: grande itinerario culturale europeo

La leggenda narra che le spoglie di San Giacomo (fratello di Giovanni e discepolo di Cristo) furono trasportate in barca da Gerusalemme fino al Nord della Spagna, dove fu sepolto in quella che oggi è la città di Santiago di Compostela. Dalla scoperta della presunta tomba del santo nel IX secolo, ogni anno, centinaia di migliaia di viaggiatori si recano a Santiago di Compostela. 

E’ stato il Consiglio d’Europa a dare l’impulso in sede di qualificazione, ascrivendolo nel novero degli itinerari culturali, poco dopo la dichiarazione quale primo itinerario culturale europeo (1987). L’Unesco ha nel frattempo, in data dicembre 1993, dichiarato il Cammino francese Patrimonio mondiale. Si possono rinvenire anche iniziative comunitarie che hanno interessato il Cammino, in particolare nel campo delle politiche di finanziamento regionale e settoriale (FESR, Programma LIFE +), della promozione della cooperazione tra gli Stati membri nel settore del patrimonio culturale (programma Cultura 2000, Cultura 2007-2013, Europa Creativa) e della promozione della cittadinanza europea (Europa per i cittadini). Su questa linea, il Parlamento europeo ha avviato diverse iniziative settoriali, tra le quali è possibile ricordare la Risoluzione sulla protezione del percorso di Santiago de Compostela.

Un cammino per ritrovare la memoria storica dell’Europa

Per l’Europa e per noi europei mantenere un forte legame con la terra significa identità, cultura e valori europei di pace, democrazia e comunanza tra popoli.  Un momento fondamentale nella recente storia del Cammino de Santiago è stato il 9 novembre 1982, il giorno in cui papa Giovanni Paolo II lanciò da Compostela un appello divenuto storico: “Io, Vescovo di Roma e Pastore della Chiesa universale da Santiago, grido con amore a te, antica Europa: Ritrova te stessa. Sii te stessa”. Riscopri le tue origini. Ravviva le tue radici. Torna a vivere dei valori autentici che hanno reso gloriosa la tua storia e benefica la tua presenza negli altri continenti. Ricostruisci la tua unità spirituale, in un clima di pieno rispetto verso le altre religioni e le genuine libertà. (…) Tu puoi essere ancora faro di civiltà e stimolo di progresso per il mondo. Gli altri continenti guardano a te e da te si attendono la risposta che san Giacomo diede a Cristo: “Lo posso.”

Un’ Europa che non ha consapevolezza delle sue radici non è un soggetto culturale, non è un soggetto politico, è soltanto un fatto di mercato. Se l’Europa non vuole essere solo mercato deve rispettare la sua articolata identità storica e culturale. Al contrario, definire l’Europa come uno spazio vuoto di valori rende più difficile la convivenza. Perché chi viene e trova uno spazio vuoto ha due reazioni: la prima, il disprezzo per una cultura senza valori e, la seconda, il tentativo di riempire lui questo spazio vuoto.

ll presidente francese Emmanuel Macron, alla Sorbona a settembre 2017, esprimeva con decisione e curiosamente con punti di vicinanza al discorso di Giovanni Paolo II, che l’impegno per un’Europa unita si costruisce quotidianamente: “Solo l'Europa può, in una parola, garantire la vera sovranità o la nostra capacità di esistere nel mondo di oggi per difendere i nostri valori e interessi. (…) ciò che costruisce e forgia la nostra profonda identità, questo equilibrio di valori, questa relazione con la libertà, i diritti umani e la giustizia non può essere trovato in nessun luogo del pianeta. Questo attaccamento a un'economia di mercato, ma anche alla giustizia sociale. Non possiamo affidare ciecamente ciò che l'Europa rappresenta, dall'altra parte dell'Atlantico o ai margini dell'Asia. È nostra responsabilità difenderlo e costruirlo nel contesto della globalizzazione.”

La storia ci insegna che il processo di unificazione dell’UE non procede per salti, ma passi pesanti, continui e costanti nel tempo. Il solo richiamo ai valori astratti non basta, ci vuole metodo e impegno per dare loro concretezza. L’Europa deve dunque continuare la politica dei passi pesanti che a lungo termine portano a un grande balzo. La Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha ricordato, nel suo primo discorso al Parlamento europeo, che la “civiltà europea è figlia della filosofia greca e del diritto romano”, e successivamente, nel presentare gli orientamenti politici della sua Commissione, parlando del “nostro stile di vita europeo”,   ha sottolineato l’importanza di un’Europa più ambiziosa quando si tratta di proteggere i cittadini e i valori europei in favore di un’Unione all’insegna della parità̀, della tolleranza e dell’uguaglianza sociale. Non possiamo scendere a compromessi nella difesa dei nostri valori fondamentali.

Proprio per questo il Cammino di Santiago rimane sempre attuale in quanto concede un’esperienza spirituale personale, una sensibilizzazione spontanea e presa di coscienza dell’identità e dei valori culturali, politici e religiosi europei. E per sottolinearne l’importanza, una segnalazione del cammino con la famosa freccia gialla è stata di recente inaugurata all’entrata del Parlamento Europeo a Bruxelles.

 

  

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