“Per anni, in molti ci hanno promesso un’Europa dei popoli, vicina ai cittadini, l’Europa immaginata a Ventotene, l’Europa dei Padri fondatori, ma le promesse sono rimaste tali. […] L’europeismo che difende l’attuale assetto istituzionale è dannoso quanto il nazionalismo e produce lo stesso risultato: la distruzione del nostro futuro”.
Si potrebbe aggiungere: la distruzione del nostro presente, non soltanto del futuro!
Quello sopra riportato è un passaggio importante tratto dal nostro Appello per la partecipazione a quella che quest’anno abbiamo voluto chiamare ControFesta dell’Europa, al quale hanno aderito oltre trenta tra associazioni e organizzazioni politiche, sindacali, culturali, giovanili e non. Un appello che, al suo interno, contiene elementi forti e decisi di denuncia e di lotta contro lo status quo intergovernativo che soffoca la nostra Unione e le attese di libertà, democrazia e giustizia sociale!
Proprio nella parola “contro” abbiamo voluto collocare, simbolicamente almeno, il messaggio positivo di una ControProposta. Niente di nuovo, in fondo, se pensiamo alla storia del nostro Movimento e ai tanti controvertici organizzati nei decenni passati, proprio per affermare il nostro messaggio politico: la necessità di un’ultima battaglia politica concreta, quella per un’unione politica e federale.
Una controproposta per rispondere alle sirene sempre più forti e potenti dei gruppi e movimenti sovranisti, nazionalisti e, come avrebbe forse scritto Spinelli, reazionari; una controproposta per chiedere non più Europa, ma un’Europa diversa, nuova, sovrana.
Quindi un’Europa capace di restituire sovranità e diritti ai suoi legittimi titolari: i cittadini europei.
Perché questa Europa non ha quasi più nulla di quel senso e di quelle ragioni per le quali era nata quasi settant’anni fa.
Perché dire basta ad un’Europa dei Governi, per dire sì ad un’Europa dei cittadini non è uno slogan che potrebbe apparire populista.
Vuol dire invece declinare in un altro modo quella di idea del Presidente Macron di un’Unione sovrana, unita e democratica.
Vuol dire iniziare una riflessione seria e attenta sulla necessità che abbiamo come militanti federalisti di fornire una visione, una narrazione nuova a tutti quei nostri concittadini che hanno perso non soltanto la speranza nel “sogno” europeo, ma addirittura nello strumento democratico del voto, del suffragio universale per il quale milioni di uomini e di donne si sono battuti nel.
Una speranza nuova, perciò, che riaccenda con forza il motore dell’integrazione politica, una speranza che accenda d’entusiasmo i cuori di coloro che sono tutt’oggi decisi a non farsi rubare il futuro e il presente da Governi incapaci e paralizzati.
Un lavoro che, ci vede e ci vedrà sempre impegnati a lavorare accanto ad altre associazioni, , perché la nostra forza risiederà nella capacità di coinvolgere, di informare le idee e le posizioni degli altri attraverso le nostre.
Tutto questo, neanche a dirlo, se veramente non vorremo assistere tra qualche anno al funerale vero dell’Unione Europea, al funerale vero della nostra Civiltà, delle nostre culture, se davvero vorremo che alla fine la soluzione sia la federazione.
Altrimenti, pazienza.
Buon lavoro a tutti noi!