Numerosi sono stati gli eventi, articoli e libri dedicati alla celebrazione degli ottanta anni del Manifesto di Ventotene, scritto come è noto nel 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, elaborato e diffuso in collaborazione con Eugenio Colorni, Ursula Hirschmann, Ada Rossi e altri attivisti antifascisti confinati sull’isola da Mussolini durante la Seconda guerra mondiale, immaginando un’Europa libera e unita - e finalmente pacificata - che potesse superare per sempre la divisione e la conflittualità degli stati nazionali.
Il volume Ventotene 80 ha la peculiarità di nascere da una collaborazione internazionale dell'Istituto di Studi Federalisti Altiero Spinelli con la Maison Jean Monnet del Parlamento europeo e lo European Observatory on Memories (EUROM) dell'Università di Barcellona - quale esito del seminario The landmarks of our past in the shaping of our future. Lessons from Ventotene tenutosi online il 10 maggio 2021 in occasione della Festa dell’Europa.
Il libro è bilingue, in italiano e in inglese e si compone di sei saggi che analizzano il ruolo del Manifesto sulla costruzione europea del dopoguerra.
Dopo la prefazione del Direttore dell’EUROM Jordi Guixé e l’introduzione di Martì Grau ì Segù, caposervizio della Maison Jean Monnet, il volume si apre con il saggio ‘Progetto d’un manifesto’. Ventotene e la lotta per l’unificazione europea scritto da Giorgio Anselmi (già Presidente Nazionale MFE) e Michele Fiorillo (Scuola Normale Superiore) con Mario Leone (Direttore Istituto Spinelli). Qui viene affrontata la genesi del Manifesto inquadrando la sua novità nella storia delle idee politiche e il suo ruolo decisivo nella lotta per l’unificazione europea:
“La teoria federalista viene scoperta da Spinelli nei suoi ragionamenti con Rossi a proposito della crisi della Società delle Nazioni, la cui debolezza era stata già criticata in una serie di articoli pubblicati nel 1919 dal Corriere della Sera firmati da un misterioso Junius - pseudonimo dell’economista e futuro Presidente della Repubblica Italiana Luigi Einaudi (…) Nel Manifesto si dichiara la necessaria definitiva abolizione della divisione dell’Europa in stati nazionali sovrani da realizzarsi attraverso una riorganizzazione federale del continente, non essendo più pensabile un equilibrio di stati europei indipendenti dopo il fallimento della Società della Nazioni che pretendeva di garantire un diritto internazionale senza una forza militare capace di imporre le sue decisioni.”
Se la prospettiva degli Stati Uniti d’Europa non era dunque originale in sé, rivoluzionaria è la cesura teorico-pratica che indica un inedito spartiacque politico, la nuova linea di divisione fra progressisti e reazionari. Non più vaga idea o orizzonte utopico, dunque, ma urgente chiamata a schierarsi e concreto progetto di costruzione di futuro qui e ora, che porterà a forgiare durante la Resistenza il Movimento Federalista Europeo, fondato nel 1943. Come ribadirà Colorni nella sua Prefazione al Manifesto del gennaio 1944: “L’ideale di una federazione europea, preludio di una federazione mondiale, mentre poteva apparire lontana utopia ancora qualche anno fa, si presenta oggi, alla fine di questa guerra, come una meta raggiungibile e quasi a portata di mano”.
Parole che potrebbero essere ripetute quasi uguali anche ora. Sull’attualità del Manifesto si concentra nel suo contributo 80 anni dopo, per un’altra Europa Pier Virgilio Dastoli, già assistente di Altiero Spinelli al Parlamento Europeo e oggi Presidente del Movimento Europeo:
“Vi è un’affermazione di Altiero Spinelli sulle tre ragioni dell’attualità del Manifesto, che lo erano negli anni Ottanta alla vigilia del grande sommovimento causato dalla caduta dell’impero sovietico e lo sono ancora oggi (…) 1. il pensiero per gettare le basi di una Federazione europea appartiene alla generazione attuale e non a un’indeterminata generazione lontana nel tempo; 2. l’azione per realizzarla richiede una vasta mobilitazione dell’opinione pubblica, ma soprattutto un movimento organizzato secondo una logica rivoluzionaria; 3. la linea di divisione fra le culture politiche non passa più fra destra e sinistra, fra conservazione e progresso, ma fra chi difende apparenti sovranità nazionali e chi è pronto a battersi per una superiore sovranità europea, e cioè fra gli immobilisti e gli innovatori.”
Seguono nel volume l’articolo di Luciana Rocchi che evidenzia il fondamentale impegno delle donne antifasciste per la nascita dell’Europa unita - e in particolare sul contributo di Ursula Hirschmann si focalizza la ricerca di Silvana Boccanfuso. Sul ruolo della memoria e delle commemorazioni per rafforzare il progetto europeo si concentra in conclusione di volume Debora Righetti (Maison Monnet), mentre Stefano Baia Curioni (Università Bocconi), Rita Biasi (Università della Tuscia) e Francesco Collotti (Università di Firenze) presentano il progetto integrato per il recupero del carcere di Santo Stefano, l’isoletta di fronte a Ventotene dove fu imprigionato tra gli altri come è noto Sandro Pertini prima di essere posto al confino sull’isola negli stessi anni di Spinelli.
Proprio della futura evoluzione di questo progetto ha avuto modo di parlare anche Silvia Costa, Commissario straordinario del Governo per il recupero e la valorizzazione dell’ex Carcere borbonico dell'isola di Santo Stefano - Ventotene nel corso dell’evento di presentazione del volume, organizzato il 24 maggio presso la Società Letteraria di Verona da Casa d’Europa, Istituto Spinelli e Parlamento Europeo - con il patrocinio del Comune, che ha curato l’affissione di 150 locandine sui muri della città- in cui sono intervenuti alcuni degli autori del volume (Anselmi, Fiorillo, Boccanfuso e Righetti), insieme a Stefano Castagnoli, Presidente dell'Istituto di Studi Federalisti Altiero Spinelli, Oriol Lopez-Badell, Coordinatore dell’EUROM, Maurizio Molinari, Capo Ufficio di collegamento a Milano del Parlamento europeo, Christian Verzè dello Europe Direct della Provincia di Verona e la Presidente della Società Letteraria, Daniela Brunelli.
Il cuore della discussione in Letteraria ha affrontato l’azione continua di influenza del Manifesto sul percorso periglioso dell’Unione europea, che si trova oggi davanti a un bivio esistenziale tra conseguenze economiche della pandemia e l’instabilità internazionale provocata dall’invasione russa dell'Ucraina. In un momento così cruciale, è emerso dal dibattito la necessità di fare un salto verso un’Europa unificata in una salda struttura federale, un obiettivo raggiungibile anche combinando l'approccio ‘funzionalista’ seguito sin qui nella costruzione europea con un robusto approccio ‘democratico-costituente’. Si è parlato infine degli esiti della Conferenza sul Futuro dell’Europa, sottolineando l’importanza di proseguire con la partecipazione dei cittadini nella discussione sui prossimi passi necessari a rafforzare l’Unione, dalla modifica dei Trattati esistenti tramite la Convenzione - ciò che il Parlamento europeo ha poi richiesto con la risoluzione del 9 giugno- a una vera e propria Assemblea Costituente Europea, su cui già diede battaglia per decenni proprio Spinelli - il cui nome campeggia come è noto proprio sull’ingresso del Parlamento europeo a Bruxelles.
Una curiosità: copia del volume Ventotene 80 è stata consegnata il giorno dopo da Michele Fiorillo a Gianni Morandi come omaggio simbolico a margine del passaggio in Arena e in Piazza Bra dove il cantante ha intonato insieme ai passanti l’inno Fratelli d’Italia trasmesso poi sulla RAI per il 2 giugno, festa della nascita della Repubblica Italiana - frutto di quella Resistenza antifascista cui avevano contribuito anche gli autori del Manifesto federalista europeo.
I contenuti del volume "Ventotene 80” sono disponibili anche online - ma solo in inglese- all’indirizzo:
https://europeanmemories.net/stories/ventotene-80/
Per ricevere copia del volume bilingue (italiano/inglese) cartaceo è possibile invece scrivere a