Napolitano a Ventotene nella prima uscita pubblica da Presidente della Repubblica (21 maggio 2006)

 

Giorgio Napolitano è stato presidente del Movimento europeo in Italia dal 1995 al 10 maggio 2006, quando fu eletto Presidente della Repubblica, per poi divenirne presidente onorario fino alla sua scomparsa il 22 settembre 2023.

Fu scelto dal Consiglio nazionale, succedendo a Mario Zagari che era stato deputato europeo dal 1979 al 1989, presiedendo il Movimento europeo prima essendo membro della Camera dei Deputati fino al maggio 1996 poi negli anni al Ministero degli Interni dal 1996 al 1998, quindi come deputato europeo dal 1999 al 2004 nel ruolo di presidente della Commissione affari costituzionali che fu così chiamata quando ne assunse lui la presidenza dopo Biagio De Giovanni ed infine come senatore a vita nominato da Carlo Azeglio Ciampi nel settembre 2005 fino alla sua elezione alla presidenza della Repubblica il 10 maggio 2006.

Negli anni della sua presidenza del Movimento europeo l’Unione europea è passata da dodici a quindici membri nel 1995 e poi da quindici a venticinque nel 2004, dal Trattato di Maastricht al Trattato di Amsterdam nel 1999 e a quello di Nizza nel 2003.

Sono gli anni in cui riprese il dibattito sull’idea di una costituzione europea fondata sui valori della democrazia e dello stato di diritto, un’idea rilanciata prima con la proposta di dotare l’Unione europea di un suo strumento a difesa dei diritti fondamentali che approdò alla Carta adottata solennemente a Nizza nel dicembre del 2000 e poi dal trattato-costituzionale elaborato dalla Convenzione sull’avvenire dell’Europa, firmato a Roma nell’ottobre del 2004 ma accantonato dai governi su proposta di Angela Merkel e Tony Blair dopo la sua bocciatura nei referendum francese e olandese della primavera del 2005.

Giorgio Napolitano è stato un presidente attivo e costantemente presente nell’azione del Movimento europeo in Italia ed anche nell’azione del Movimento europeo internazionale presieduto da Valéry Giscard d’Estaing, poi da Mario Soares e infine da José Maria Robles, negli anni in cui (1995-2002) – si parva licet componere magnis – ne sono stato segretario generale, mettendo al servizio del Movimento europeo il suo impegno europeista, la sua condivisione dell’idea di un’Europa politicamente integrata secondo l’insegnamento di Altiero Spinelli ma anche il pragmatismo monnettiano di Jacques Delors fondato sui passi in avanti nelle politiche comuni.

Con Altiero Spinelli Giorgio Napolitano aveva dialogato nel quadro dell’Istituto Affari Internazionali, poi negli anni della Commissione europea dal 1970 al 1976 ma soprattutto quando Spinelli era approdato alla Camera e poi al Parlamento europeo come indipendente di sinistra sui temi europei e internazionali in cui le posizioni del PCI e di Spinelli talvolta non coincidevano o erano addirittura confliggenti come avvenne sullo SME, sull’Afghanistan, sugli euromissili e sulla guerra fra il Regno Unito di Margaret Thatcher e i generali argentini per il possesso delle Falkland.

Con Altiero Spinelli Giorgio Napolitano – che univa al suo impegno europeista le dimensioni culturale, economica e sociale accompagnate da una mai abbandonata convinzione meridionalista – l’intesa era piena sulla necessità di un passaggio dal modello comunitario a quello federale pur nelle differenze fra i due leader essendo l’uno (Spinelli) caratterizzato da un pensiero ed un’azione che egli stesso chiamava “semplice” pur nell’irruenza della sua convinzione “rivoluzionaria” e l’altro (Napolitano) caratterizzato da uno stile politico non privo di convincente retorica, l’uno e l’altro con il merito di essere attenti osservatori dell’animo umano e ascoltatori di idee diverse.

Di Altiero Spinelli Giorgio Napolitano condivideva l’idea della priorità della dimensione parlamentare che si traduceva nel caso del leader federalista nel tenace e mai abbandonato impegno per l’irrinunciabilità del ruolo costituente del Parlamento europeo e nel caso del leader comunista nella indispensabile cooperazione fra il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali.

In questo spirito Giorgio Napolitano si è mosso negli anni del Parlamento europeo in cui approdò alla fine degli anni ottanta quando c’era ancora il doppio mandato prima di essere eletto presidente della Camera nel 1992 e poi fra il 1999 e il 2004 quando diresse la Commissione affari costituzionali mentre risorgeva come un fiume carsico l’idea della Costituzione europea concepita al Congresso d’Europa all’Aja (1998) nel Congresso del Movimento europeo internazionale e nasceva nella Convenzione sull’avvenire dell’Europa - a cui Giorgio Napolitano non fu consentito di partecipare per un’incomprensibile decisione del suo gruppo parlamentare - e poi veniva soppressa non solo per l’ostilità francese e olandese ma anche per l’ottuso immobilismo dei governi.

Giorgio Napolitano ha mantenuto, con coerenza quasi enfatica, questa convinzione costituzionale e costituente anche da Presidente della Repubblica quando – dopo aver reso un omaggio non formale ad Altiero Spinelli sull’isola di Ventotene il 21 maggio 2006 - contestò vigorosamente davanti al Parlamento europeo il 14 febbraio 2007 la decisione del Consiglio europeo di lasciar cadere il trattato emerso dalla Convenzione, ma già snaturato in quella che Giuliano Amato chiamò una scelta ermafrodita per la decisione dei governi di unirvi tutti i trattati esistenti in buona parte fondati sul diritto secondario, per seguire la via pattizia ed intergovernativa che condusse dopo qualche mese allo sciagurato Trattato di Lisbona.

Quel discorso di Giorgio Napolitano – pronunciato ventitré anni dopo l’approvazione del “progetto di Trattato che istituisce l’Unione europea” del 14 febbraio 1984, un progetto che conserva ancora oggi un valore aggiunto ben superiore a tutte le successive iniziative del Parlamento europeo  - fu ripreso da Romano Prodi a Strasburgo il 22 maggio dello stesso anno, difeso dal primo ministro belga Guy Verhofstadt e dal presidente del governo spagnolo José Luis Zapatero nel rispetto della decisione referendaria in Spagna favorevole al trattato-costituzionale ma ostacolato anche in Italia dalla Farnesina e dal ministro degli esteri Massimo D’Alema che avevano già deciso di piegarsi alla scelta confederale della presidenza tedesca del Consiglio dell’Unione europea.

Come Movimento europeo manterremo con coerenza e determinazione l’impegno costituente e costituzionale di Giorgio Napolitano.

Roma, 22 novembre 2023 a due mesi dalla sua scomparsa


Giorgio Napolitano (1925-2023), Costruttore dell’Europa Federale

Comunicato del Movimento federalista europeo


 

  

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