Per rendergli merito al meglio, pubblichiamo tre testi su Raimondo Cagiano de Azevedo, scomparso il 3 gennaio scorso. Sia Francesco Gui sia Fernando Iglesias sia Stefano Castagnoli sottolineano la grande umanità che ha contraddistinto il militante federalista e l’uomo.

Un evento davvero doloroso la scomparsa del caro amico Raimondo Cagiano de Azevedo, che ci ha lasciato ai primi di gennaio all’età di 82 anni. Un Raimondo a cui sei stato affratellato nel federalismo fin dagli anni Settanta e che rimpiangi ricordandolo come naturaliter sorridente nel cuore di Roma, lì a pochi passi dalla suggestione del Pantheon, pronto ad accoglierti nel suo Centro Internazionale di Formazione Europea (CIFE), ispirato al messaggio di Alexandre Marc. Un Raimondo dall’aspetto serenamente signorile, la voce pacata e l’autorevolezza accademica immancabilmente percepibile.

Lui resta insomma emotivamente in petto come interprete dell’humanitas romana più amichevole e suggestiva, ma al tempo stesso tanto dinamico e capace da esser stato non soltanto Preside della Facoltà di Economia di Sapienza, ovvero fondatore del Centro di Documentazione europea Altiero Spinelli (che ha recepito tra l’altro tutta la biblioteca di Marc) ma anche, in bella fila, seppur incompleta: Segretario Scientifico del Comitato Nazionale della Popolazione presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri; Presidente del Comitato Europeo per la Popolazione del Consiglio d'Europa a Strasburgo; Segretario Generale della Società Italiana di Statistica e rappresentante dell'Italia presso l'Istituto Internazionale di Statistica. E in più progetti di ricerca nazionali ed europei e direzione di autorevoli riviste.

Perché poi Raimondo, benché affezionato al magnifico borgo laziale di Civita di Bagnoregio, il cui sindaco lo ha lodato con messaggio di cordoglio alla notizia della scomparsa, non ha certo mancato di creare legami e viaggi persino transatlantici, in quanto Direttore del Consorzio interuniversitario italiano per l’Argentina (CUIA). E che dire del suo ruolo di membro del Comitato Scientifico della Fondazione “Emile Chanoux” della Università della Valle d’Aosta? Un'altra occasione per perpetuare agli studenti d’Europa il messaggio del maestro Marc

Il tutto orientato a legare le tematiche federaliste a quelle della gente, della popolazione con sicuro affetto, per quanto statistico. Sono infatti di Raimondo i libri sulla popolazione italiana dal dopoguerra ad oggi, sull’invecchiamento e lo svecchiamento della popolazione europea, ed anche sulle migrazioni internazionali.

E chi dunque meglio di lui, con Marc ma anche Spinelli nei precordi, avrebbe potuto curare l’Ufficio del dibattito del Mfe dal 2017 se questa era la sua visione? Eccola, formulata negli Indirizzi di Economia federalista, proposti a Pescara nel ‘20: “La politica sociale è forse all'origine del ritardo con cui l'Europa, nel suo processo di integrazione e di unione, si avvicina (o si allontana) dall'obiettivo della Federazione Europea… L'economia sociale, come insieme di rapporti economici e sociali fra i cittadini, ha lasciato il campo ad una divisione fittizia dell'economia dal politico e dal sociale”.

Grazie Raimondo, un monito che parla anche per il futuro.

Francesco Gui

 

Raimondo Cagiano de Azevedo fu un prestigioso accademico, un coraggioso federalista, un vero gentiluomo e, innanzitutto, un amico. L'ho conosciuto quando lui dirigeva il Consorzio Universitario Italiano per l'Argentina, nella cui sede a Buenos Aires aveva organizzato un corso sull'integrazione europea; una delle sue ossessioni. Allora mi invitò a fare il professore in quel corso, cosa che ho fatto per due anni, per poi proporgli di creare una Cattedra libera intitolata a Spinelli per diffondere il pensiero di Altiero in America Latina. Anche se federalista integrale della scuola di Alexandre Marc, Raimondo accettò con entusiasmo l'idea e per qualche anno il CUIA finanziò le attività della Cattedra Spinelli. Oggi, senza supporto di nessuno, la Cattedra continua ad esistere e sta gestendo la sua trasformazione in fondazione. Una piccola eredità in un Paese ai confini del mondo nata dal permanente impegno federalista di Raimondo. Probabilmente, solo una fra le migliaia che ne ha seminato nel corso della sua vita.

Per anni, Raimondo è stato l'anima del Centro Internazionale di Formazione Europea di Roma (CIFE) e un membro attivo del MFE e del Movimento Federalista Mondiale. Lo vedevo ogni anno quando passavo da Roma dopo il seminario di Ventotene. Lui mi invitava a fare una conferenza al CIFE e poi si andava a cena a casa sua. Sempre attivo sul piano internazionale e sempre interessato a quello che avveniva in Argentina. Sempre generoso e cordiale. Ci manca già tanto.

Fernando Iglesias

 

Prima di parlare un po’ dell’ultimo impegno di Raimondo Cagiano de Azevedo nel Movimento voglio dire poche parole del mio incontro con lui, il cui inizio risale ormai a oltre 40 anni fa, quando ero un giovane militante della GFE. È stato l’incontro con un vero signore, dai modi sempre garbati, capace di valorizzare le tante e diverse esperienze federaliste che si sono manifestate in Europa con un contributo costruttivo ed originale insieme. Attento e responsabile verso il Movimento fino agli ultimi mesi, inclusivo, intelligente, mai settario, sempre aperto al dialogo paritario con tutti, capace di fraterna amicizia e tuttavia riservato e schivo rispetto alle cose personali.

Dalla primavera del 2017 e fino agli ultimi giorni si è dedicato con grande cura, costanza e competenza, attraversando più mandati congressuali e rinnovando sempre la sua disponibilità, alla responsabilità della direzione del nostro Ufficio del Dibattito.

Ha organizzato, in questa veste, moltissimi incontri dedicati alle emergenze teoriche del movimento. Di seguito le voglio citare tutte perché, anche attraverso questo percorso di titoli, ci si possa render conto della mole di lavoro sostenuto da Raimondo. Si consideri che sempre egli ha ci ha offerto la possibilità di partecipazione anche di ospiti esperti sui vari temi, frutto della sua grande rete di contatti universitari. Ecco dunque tutti gli incontri: “Riflessione critica sul ruolo del MFE” a Firenze nell’ottobre 2017; “Mediterraneo e migrazioni” a Catania nel febbraio 2018; “Ambiente e energia” a Bari e Lecce nel maggio 2018; “La crisi della democrazia europea: le sfide del nazionalismo e del populismo” a Firenze nell’ottobre 2018; “Federalismo europeo e crisi di civiltà” a Napoli nell’aprile 2019; “Il federalismo e i concetti di potere politico, potenza, statualità e sovranità” a Firenze nell’ottobre 2020; “Europa sociale e welfare europeo” a Pescara nel dicembre 2020; “Abolire la miseria” a Napoli nel marzo 2021; “La sfida della transizione digitale per l’Unione Europea” a Firenze nel giugno 2021; “Il federalismo mondiale” a Genova nell’aprile 2022; “Domanda d’Europa” a Trani nell’ottobre 2022; “Rivoluzione Europa: dal PNRR all’Unione Fiscale” a Pinerolo nel marzo 2023; “Federalismo e costituzionalismo” a Ravenna nell’aprile 2023; “Intorno ai valori fondanti dell’Unione Europea” a Firenze nel giugno 2023; “Sovranità sussidiarietà: due anime del federalismo europeo” a Ferrara nell’aprile 2024; “Unione Europea: un laboratorio per realizzare l’unità nella diversità” a Cagliari nell’ottobre  2024. A Cagliari non ha potuto essere presente, ma si è collegato per seguire i lavori a distanza e, negli ultimi mesi, si è ancora dedicato al prossimo incontro che si terrà a Milano e che avrà per titolo “Il federalismo e le relazioni internazionali” con un programma già definito anche grazie al suo impegno degli ultimi giorni.

Grazie infinite Raimondo.

Stefano Castagnoli

 

  

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