Il 7 febbraio, il presidente francese Macron ha tenuto un lungo e denso discorso in occasione del 60° anniversario della creazione della forza nucleare francese.

Venerdì 7 febbraio, il presidente francese Macron ha tenuto un lungo e denso discorso[1] dinanzi ai cadetti della Ecole de Guerre, in occasione del 60° anniversario della creazione della forza nucleare francese – nota anche come force de frappe, forza d’urto, costituita da 300 testate.

Il discorso è incentrato sul significato della difesa come esercizio di sovranità politica al fine del mantenimento della pace, dove il deterrente nucleare, rappresentando ancor oggi segno di forza e influenza, ne è il baricentro.

Macron inizia con un’analisi della situazione geopolitica attuale per dare senso alla sua proposta di manovra politica e militare al tempo stesso. L’analisi si focalizza sulla “disintegrazione accelerata” dell’ordinamento e delle istituzioni internazionali provocate dalla rottura dei vecchi equilibri strategici (aumento del conflitto tra Cina e USA), politiche, giuridiche e tecnologiche, conseguenza della globalizzazione. Compaiono nuove strategie di potenza - il controllo delle risorse e dei flussi, sia materiali che immateriali – e nuovi spazi - l’alto mare, gli spazi aerei ed eso-atmosferici, il digitale – in cui avviene il confronto e la competizione intergovernativi.  

Descritto chiaramente il contesto geopolitico, Macron indica l’obiettivo ultimo della sua visione politica in materia di difesa: servire la pace con la costruzione di un “multilateralismo forte fondato sul diritto”. Per arrivare a questo obiettivo descrive una strategia fondata su quattro pilastri: (i) promozione del multilateralismo; (ii) lo sviluppo di partenariati strategici; (iii) la ricerca dell’autonomia europea e (iv) della sovranità nazionale.

Nella descrizione di ciascun punto, Macron afferma chiaramente che la Francia è un attore internazionale credibile solo se agisce insieme ai “grandi partner europei” all’interno di un’Europa della difesa.

Con questa espressione Macron non indica un’istituzione a cui trasferire poteri e competenze in materia di difesa - per molto tempo ancora l’Europa, in materia di difesa, potrà trarre la sua forza soltanto dagli eserciti nazionali – ma un percorso di avvicinamento delle politiche di difesa dei Paesi europei. Infatti secondo Macron, ogni Paese deve colmare il gap di mancati investimenti in ambito militare che è si accumulato nel corso degli ultimi due decenni e contribuire a sviluppare una “cultura strategica condivisa” grazie a strumenti quali il Fondo europeo di difesa, la cooperazione rafforzata e l’Iniziativa europea d’intervento.

L’obiettivo di breve-medio periodo è dotare l’Europa di maggior autonomia e capacità d’azione in campo della difesa, con l’obiettivo di riequilibrare i rapporti con la NATO da troppo tempo a sfavore dell’alleato americano.a

Solamente grazie ad un processo simile, la Francia sarà disponibile a trasferimenti di sovranità a favore di una capacità europea di difesa: la solidarietà “militare” sorge non da un’imposizione dall’alto ma dalla comprensione che ci sono interessi vitali comuni europei da preservare.

In questo quadro si inserisce il punto centrale del discorso di Macron: “le nostre forze nucleari svolgono un proprio ruolo dissuasivo, soprattutto in Europa. Esse rafforzano la sicurezza dell’Europa per la loro stessa presenza e, a questo proposito, hanno una dimensione autenticamente europea.

In questo spirito, auspico che si sviluppi un dialogo strategico con i nostri partner europei che sono pronti sul ruolo della dissuasione nucleare francese nella nostra sicurezza collettiva.

I partner europei che desiderano impegnarsi su questa strada potranno essere associati alle esercitazioni delle forze francesi di dissuasione. Questo dialogo strategico e questi scambi contribuiranno naturalmente allo sviluppo di una vera e propria cultura strategica tra europei.

Con queste parole Macron apre ufficialmente agli altri Paesi la possibilità che le forze nucleari francesi, baricentro dell’apparato difensivo e quindi essenza della sovranità, possano essere condivise in favore degli altri Paesi. Questa apertura è fondamentale per consentire ai Paesi europei, la cui difesa dipende completamente dall’ombrello americano, di avere un’alternativa credibile per ripensare alla propria difesa, prima di ogni altra cessione di sovranità.

Tali parole hanno suscitato numerose reazioni da parte di commentatori e politici di altri paesi: molti hanno accusato la Francia di Macron di non aver intenzione di condividere in alcun modo il controllo delle proprie testate nucleari ma solo di garantire ai Paesi membri la deterrenza nucleare francese in cambio della leadership dell’Unione Europea. 

Una lettura simile è fuorviante: i detrattori di Macron ritengono che la Francia dovrebbe condividere il suo potere di deterrenza in una istituzione europea comune come è stato condiviso il Deutschmark per fare l’Euro. Purtroppo la creazione della moneta unica è stato l’ultimo pezzo di sovranità ad essere trasferito senza realizzare un’evoluzione istituzionale democratica in Europa. Invece la difesa è il fondamento di ogni comunità politica, così per trasferire il potere di “fare la guerra” ed il controllo di armi quali le testate nucleari, occorre realizzare necessariamente il salto federale dei Paesi dell’Eurozona per ottenere quel trasferimento di sovranità.

Letto in questo senso, il discorso di Macron è l’occasione di avvio di un serio dibattito tra governi, istituzioni europee e opinione pubblica, sul tipo di Europa che vogliamo e sugli strumenti (come la difesa e il deterrente nucleare) di cui ha bisogno per essere un attore politico rilevante a livello mondiale.


[1] Per il discorso completo tradotto in italiano si rimanda al seguente link: https://it.ambafrance.org/Discorso-del-Presidente-Emmanuel-Macron-sulla-strategia-di-difesa-e-di-10219.

 

  

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