Quando Ursula Von der Layen presentò il suo programma per “Un’Unione più ambiziosa” davanti al Parlamento Europeo, come candidata a Presidente della Commissione Europea, probabilmente non avrebbe potuto immaginare nemmeno lei quello che sarebbe successo solo un anno dopo. La pandemia ha sconvolto l'umanità, aprendo un solco tra il vecchio e il nuovo mondo e ponendo una sfida esistenziale anche all’Unione Europea.
La proposta della Commissione UE per la Ripresa dell’Europa è la conseguenza di una crisi senza precedenti dal dopoguerra, inedita e per la quale solo una risposta commisurata e proporzionale ad essa può garantire un futuro all’intero continente.
È attraverso questo spirito che la Presidente Ursula von der Layen ha presentato lo scorso 27 maggio, davanti al Parlamento Europe, un nuovo programma ambizioso per l’Europa: un piano per la prossima generazione europea, da intendersi tanto per le future generazioni quanto per l’UE stessa come occasione per rigenerarsi.
L’iniziativa trae forza dalle potenzialità di un bilancio europeo rinnovato e rafforzato con l’istituzione di un nuovo strumento finanziario denominato “Next Generation EU” del valore di 750 miliardi di €. Attraverso il potenziamento del bilancio a lungo termine dell'UE per il periodo 2021-2027, la capacità di spesa dell’UE arriverà in questo modo a 1 850 miliardi di €. Si tratta di una dotazione finanziaria che è il doppio di quella precedente (QFP 2014-2020) ed è pari quasi al 2% del PIL europeo.
Questo basterebbe per capire l’importanza della proposta della Commissione Europea. Gli elementi innovativi non si limitano però soltanto alla dimensione del bilancio in sé, quanto, piuttosto, alla natura stessa di Next Generation EU.
Il nuovo Fondo per la Ripresa (Recovery Fund), infatti, sarà finanziato interamente attraverso obbligazioni comuni (Recovery Bonds), emesse dalla Commissione Europea per conto dell’UE e garantite dal bilancio europeo sotto il controllo del Parlamento Europeo, aprendo la strada alla nascita di una politica fiscale europea di fatto e di conseguenza ad una politica di governo europea.
Ciò consentirà alla Commissione, forte del suo elevato rating creditizio, di contrarre sui mercati finanziari prestiti per 750 miliardi di €, la maggior parte tra il 2020 e il 2024. I fondi raccolti saranno rimborsati dopo il 2027 e al più tardi entro il 2058 dai futuri bilanci dell'UE, con una scadenza trentennale.
Questo sistema di finanziamento europeo ovvero di indebitamento comune garantirà una capacità di spesa all’Unione pari a 500 miliardi di € sotto forma di trasferimenti per la realizzazione di programmi di investimento europei e a 250 miliardi di € sotto forma di crediti agevolati agli Stati Membri.
Ciò potrà essere reso possibile grazie al principio di autonomia fiscale dell’Unione. Per facilitare il rimborso delle risorse raccolte sul mercato finanziario (capitale e interessi) e contribuire a ridurre ulteriormente la pressione sui bilanci nazionali già fortemente indebitati, la Commissione ha proposto di istituire nuove risorse proprie a partire dal periodo finanziario successivo al 2021-2027.
La percentuale di risorse proprie attualmente esistenti è irrisoria rispetto alla totalità del bilancio, dove per risorse proprie si intendono quelle non derivanti dai trasferimenti nazionali. Per questo motivo, l’intenzione di modificare la decisione sulle risorse proprie fino ad aumentare il massimale di queste ultime dello 0,6% rispetto alla dotazione corrente, rappresenta un ulteriore ampliamento dell’autonomia fiscale dell’Unione.
Questo aumento potrebbe derivare, secondo le proposte della Commissione, da una estensione delle risorse proprie basate sul a) sistema di scambio di quote di emissioni ai settori marittimo e aereo per generare 10 miliardi di € l'anno; b) dal meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera per raccogliere tra 5 e 14 miliardi di € l'anno (border carbon tax); c) da risorse proprie basate sulle operazioni delle società che traggono enormi benefici dal mercato unico dell’UE generando circa 10 miliardi di € l’anno; d) da una imposta digitale sulle imprese con un fatturato annuo mondiale superiore a 750 milioni di €, che potrebbe generare fino a 1,3 miliardi di € l'anno (web tax).
Un altro elemento di novità riguarda i criteri di distribuzione dei fondi generati da Next Generation EU, non più allocati attraverso il maccassimo basato sul rapporto popolazione/PIL di ogni singolo Stato, ma secondo la logica di aiutare i settori e le aree geografiche più colpite, quindi in base alle necessità.
I fondi reperiti da Next Generation EU saranno dirottati su tre pilastri di spesa con avranno l’obiettivo di:
- Aiutare gli Stati membri a riprendersi dalla crisi, superarne gli effetti e riemergerne più forti;
- Rilanciare l'economia e aiutare gli investimenti privati a rimettersi in moto;
- Trarre insegnamento dalla crisi e affrontare le sfide strategiche per l'Europa.
Figura 1 Proposta QFP 21-27 potenziato da Next Generation EU
Nell’ambito del primo obiettivo sarà istituito un dispositivo per la ripresa e la resilienza da 560 miliardi di € che offrirà sostegno finanziario per investimenti e riforme nell'ottica della transizione verde e digitale, assicurandone il collegamento con le priorità dell'UE, in particolare, della politica di coesione. Il dispositivo sarà canalizzato sotto forma di sovvenzioni per un importo di 310 miliardi di € e attraverso prestiti per 250 miliardi di €. Gli attuali programmi della politica di coesione riceveranno 55 miliardi di € in più da qui al 2022 nell'ambito della nuova iniziativa REACT-UE al fine di fronteggiare le conseguenze della crisi economica nelle aree geografiche più colpite. Inoltre, saranno potenziati il Fondo per una transizione giusta (+ 30 miliardi di €) per aiuterà gli Stati membri ad accelerare l'approdo alla neutralità climatica e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale con un rinforzo di 15 miliardi di €.
Nell’ambito del secondo obiettivo, sarà istituito un nuovo strumento di sostegno alla solvibilità al fine di aiutare le imprese più colpite e a prepararle all'economia più pulita, digitale e resiliente del futuro. Con una dotazione di 31 miliardi di € mirerà a reperire sostegno alla solvibilità per 300 miliardi di €. Sarà potenziato anche il fondo InvestEU per un importo di 15,3 miliardi. Ciò permetterà di mobilitare investimenti privati in progetti innovativi su tutto il territorio europeo. A questo ultimo fondo sarà incorporato anche un dispositivo per gli investimenti strategici dell’ammontare 15 miliardi di € con lo scopo di mobilitare ulteriori 150 miliardi di € in investimenti collegati ai settori della transizione verde e digitale.
Nell’ambito del terzo obiettivo, sarà creato un programma per la salute EU4Health, con una dotazione di 9,4 miliardi di €, con lo scopo di prepararsi alle crisi sanitarie del futuro. Sarà rinforzato il meccanismo di protezione civile dell'Unione RescEU con 2 miliardi di € aggiuntivi per attrezzare l'Unione ad affrontare le crisi future. Horizon Europe, il nuovo programma quadro per la ricerca nel campo della salute, della resilienza, della transizione verde e digitale, riceverà un potenziamento di 13,5 miliardi di € fino ad arrivare a 94,4 miliardi di €. Per sostenere i suoi partner nel mondo, l'Unione assegnerà una dotazione supplementare di 16,5 miliardi € all'azione esterna, assistenza umanitaria compresa.
Le Istituzioni comunitarie hanno dimostrato di saper rispondere alla crisi con una visione del futuro più chiara, consapevole e ambiziosa dei governi nazionali.
La gran parte del successo dell’iniziativa europea dipenderà, tuttavia, dalla capacità degli Stati Membri di cogliere l’opportunità che l’Unione si è data. Da un lato, superando le resistenze di quei Paesi più rigidi a riconoscere un ampliamento della capacità di spesa dell’UE, dall’altra promuovendo riforme e piani di ripresa nazionali all’altezza delle sfide dalla prossima generazione.