Il 1° giugno 2016 è stata inaugurata la nuova Galleria ferroviaria del Gottardo, in Svizzera. Il tunnel è lungo ben 57 chilometri, parte da Bodio, nel Canton Ticino e arriva a Erstfeld, nel Canton Uri. È stato costruito perché i collegamenti già esistenti non bastavano a soddisfare tutte le esigenze di spostamento, per lo più a scopo commerciale. Il cantiere è durato diciassette anni perché l’opera ha richiesto tecnologie e competenze particolari: sopra la galleria ci sono duemila metri di roccia. Il traforo è stato creato infatti alla base della montagna per evitare che i treni debbano arrampicarsi, perdendo tempo e allungando il percorso. La Galleria del Gottardo è stata inaugurata con una cerimonia in pompa magna cui hanno partecipato i leader di Italia, Francia, Germania e Austria, oltre che quelli svizzeri. Il primo ministro Matteo Renzi ha detto che il tunnel è il simbolo dell’Europa “che non costruisce muri ma che collega il nord e il sud, e rilancia un’economia verde con meno macchine e più rotaie”. La Galleria permetterà di accelerare e rendere più intensi i collegamenti fra i Paesi europei e in questo senso è un’opera per l’unità europea. Non l’unica.

Durante la cerimonia per il Gottardo, il Presidente francese Francois Hollande ha detto che l’opera gli ricordava il tunnel sotto il canale della Manica, che unisce, passando sotto il mare, il comune britannico di Cheriton nel Kent a quello francese di Coquelles, vicino Calais. L’Eurotunnel, dal nome della società che lo gestirà fino al 2086, venne completato nel 1994 ed è lungo 50 chilometri. “Da allora”, ha ricordato Hollande, “siamo uniti come non lo siamo mai stati”. Sotto la Manica passano i treni-navetta per gli autoveicoli, il servizio passeggeri Eurostar tra Londra, Parigi e Bruxelles e il trasporto merci. Nonostante queste grandi opere riducano le distanze in Europa e portino anche benefici economici di lungo periodo, vi sono molte voci contrarie, soprattutto al treno ad alta velocità che dovrebbe collegare Torino e Lione e alla galleria di 57 chilometri che nel progetto sarà costruita in Val di Susa. Attualmente, senza il tracciato per l’alta velocità, il treno Tgv Milano-Parigi impiega più tempo per andare da Torino a Lione che da Lione Parigi, tratta dove c’è già l’alta velocità: circa quattro ore da Torino a Lione (sono 314 chilometri in macchina, secondo Google Maps) e circa due fra Lione e Parigi (464 chilometri sempre stando a Google). Prima di arrivare a Lione, il treno viaggia lento, blocca il traffico stradale ai passaggi a livello come fosse un convoglio regionale. E dal fondo della Val di Susa i monti al confine con la Francia sembrano invalicabili. D’inverno è come se oltre la neve e gli impianti sciistici ci sia il nulla e non dei paesi praticamente gemelli di quelli del versante italiano. La difficoltà dei collegamenti aumenta la distanza emotiva.

Il tunnel Torino Lione è un’opera transfrontaliera finanziata per circa il 40 per cento dall’Unione europea. Come anche il progetto del traforo ferroviario del Brennero, lungo la linea Verona - Monaco di Baviera, che sarà lungo 55 chilometri e partirà da Fortezza/Franzenfeste per arrivare a Innsbruck. Adesso per oltrepassare il confine con l’Austria al Brennero, si deve prendere l’Eurocity. Da Verona è una fuga infinita dall’Italia e poi alla fermata “Brennero” il treno si ferma e resta lì, per un tempo più lungo rispetto a una normale fermata, nessuno sa il perché. Perché c’è il confine. E in Europa è ancora complesso attraversare i confini in treno. Gli unici motori di ricerca per prenotare viaggi sui binari in tutti i Paesi d’Europa sono quello della Deutsche Bahn, le ferrovie tedesche e quello del sito Interrail.eu. Chi vuole oltrepassare le frontiere spesso è costretto a molti cambi e a più ore di viaggio. Entro il 2029 la parte più importante del sistema di Alta Velocità italiana dovrebbe essere completata, permettendo di superare più rapidamente le Alpi. Un’Unione europea unita e federale non può permettersi di avere i confini chiusi, sia dalle misure contro l’immigrazione, che tanti chiedono in questo periodo, che da ragioni pratiche di difficoltà di collegamento. Oggi non servono più gli elefanti che utilizzò il condottiero Annibale per superare le Alpi. La tecnologia ha raggiunto livelli di sviluppo tali da far sì che le barriere naturali non siano più un ostacolo agli spostamenti.

  

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