Articolo pubblicato sul Sole 24 Ore il 2 settembre 2021.
 

È sempre di più l'asse italo-francese a doversi assumere la maggiore responsabilità nell'attuazione delle riforme essenziali per il futuro dell'Unione europea. Questa sera a Marsiglia Mario Draghi ed Emmanuel Macron, in una cena di lavoro concordata il giorno di Ferragosto cercheranno di mettere in fila tutti i dossier sui quali una più stretta cooperazione tra Roma e Parigi è essenziale per ridare un ruolo attivo all'Ue. A Marsiglia Macron è presente non solo per il vertice sull'economia sostenibile ma perché in una città ormai ostaggio di guerre tra bande il presidente punta a realizzare un grande piano di sviluppo e sicurezza anche in vista di un difficile campagna elettorale che vedrà “En marche” in aspra competizione con la Le Pen. Ed ecco, punto per punto, gli argomenti al centro dell'incontro tra Draghi e Macron.

Afghanistan

L'idea di Draghi di un vertice straordinario del G20 sulla crisi afghana sta lentamente perdendo consistenza. Martedì 7 è prevista la telefonata tra il presidente del Consiglio e il presidente cinese Xi Jinping ma già si sa che i cinesi non hanno interesse particolare ad affrontare questioni politiche in un foro prettamente economico come il G20. Il gioco di possibili veti incrociati tra Paesi membri del G20 e Paesi interessati al dossier (l'India contro il Pakistan, l'Arabia saudita contro l'Iran) rischia di trasformare il vertice straordinario in una conference call allargata ai soggetti disponibili o poco di più. In questo quadro Draghi offre tutto il suo sostegno alla proposta francese e inglese per una “safe zone” intorno all'aeroporto di Kabul. La risoluzione approvata dal Consiglio di sicurezza, per le obiezioni cinesi, ha ridotto la portata della proposta franco-inglese ma è già un primo passo. Italia e Francia collaboreranno anche per l'accoglienza in Europa dei rifugiati afghani.

Difesa comune

La proposta di un “combat group” di 5mila uomini provenienti da eserciti degli Stati membri e pronti ad intervenire nei teatri di crisi sarà discussa oggi 2 settembre a Lubjana nel corso di una riunione informale dei ministri della Difesa Ue. La cosiddetta autonomia strategica dell'Europa non va vista secondo Draghi e Macron in concorrenza con la Nato e con gli Stati Uniti. Del resto in teatri come il Sahel è difficile pensare a un coinvolgimento della Nato o degli Stati Uniti.

Immigrazione

La crisi afghana e gli sbarchi in Sicilia stanno riproponendo la necessità di un piano di azione comune di tutta l'Europa non più rinviabile. A giugno Draghi ha chiesto e ottenuto che si affrontasse il problema nel Consiglio Ue ma esistono ancora forti resistenze al riguardo da Paesi del gruppo di Visegrad. Fino alla fine dell'anno la Francia è disponibile a trovare un'intesa con l'Italia anche per l'utilizzo del bilancio Ue per il controllo delle frontiere esterne e per un'intesa tra chi ci sta per la distribuzione dei migranti in arrivo. Dopo, dal 1 gennaio con l'assunzione della presidenza dell'Ue e in vista delle elezioni francesi c'è il rischio che Parigi assuma un atteggiamento più “neutrale”. «Per non rivivere il disastro del 2015 occorre che l’Europa abbia un piano d’azione e di gestione dei flussi» sostiene il deputato Ue di Renew Europe Sandro Gozi che guarda con molto ottimismo al vertice Draghi-Macron. 

Libia

Italia e Francia hanno ritrovato un'unità d'azione sulle priorità necessarie alla stabilità della Libia. Roma e Parigi temono però che non sarà facile raggiungere l'obiettivo di tenere le elezioni il 24 dicembre e soprattutto arrivare alla definitiva uscita dal Paese di tutte ole forze militari (russi e turchi in primis).

Futuro Ue

La premessa di un asse più stretto tra Roma e Parigi parte dalla considerazione che l'uscita di scena della cancelliera che andranno letti con attenzione nei mesi a venire. E' questa fase transitoria che Draghi e Merkel si incaricano di governare nell'interesse di tutta l'Europa. Un promo banco di prova sarà la conferenza sul futuro dell'Europa e la possibilità che da esso scaturiscano proposte concrete per la riforma dei Trattati.

Trattato Quirinale

È la tela di fondo sulla quale si costruiranno i rapporti tra Roma e Parigi nei prossimi anni nei più diversi settori dall'economia all'aerospazio, dalla difesa alla cultura, dalla sanità al sociale. Ma è molto difficile che il trattati venga firmato in ottobre durante il prossimo vertice italo-francese che si terrà in Francia. Il testo è ancora oggetto di negoziati tra le delegazioni dei due Paesi. In particolare la Francia vorrebbe entrare maggiormente i profondità subito su tutti i temi mentre la delegazione italiana vorrebbe stabilire prima dei principi generali sui quali poi lavorare nel dettaglio.

 

  

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