Sabato 21 gennaio si è svolta a Milano la riunione della Direzione nazionale, alla presenza di una cinquantina di militanti. I membri che hanno partecipato sono stati 17; 8 quelli che hanno seguito via zoom. Complessivamente una quarantina di militanti erano collegati. I temi al centro del dibattito hanno riguardato il lavoro in corso nel Parlamento europeo per predisporre le riforme dei Trattati e la nostra azione come federalisti.

I lavori si sono aperti con le due relazioni introduttive di Presidente e Segretaria. Entrambi hanno evidenziato la pressione che le sfide e i cambiamenti in atto a livello mondiale stanno esercitando sull’Unione europea e sugli Stati europei, dalla guerra (destinata a prolungarsi e a lasciare una pesante eredità di tensioni e problemi di sicurezza, che impongono agli europei di affrontare la questione di come costruire la propria indipendenza in modo da garantirsi la sicurezza strategica), alla questione climatica (ormai endemica, come lo è il problema sanitario derivato dal Covid), alla frammentazione della globalizzazione, che porta persino rischi di una guerra commerciale con gli USA e che colpisce il sistema e il modello economico europeo, costringendo a profonde ristrutturazioni. Inoltre entrambe le relazioni hanno ricordato come la CoFoE, dopo il lungo iter intercorso tra la proposta lanciata da Macron e il suo effettivo avvio, abbia potuto sviluppare un dibattito approfondito sul futuro dell’Europa, coinvolgendo cittadini ed eletti fino ad evolvere in un processo proto-costituzionale, proprio per il fatto di essere stata avviata in un momento in cui gli Stati membri erano confrontati con sfide drammatiche e al tempo stesso erano riusciti ad affrontare uniti la pandemia e i suoi effetti sul sistema economico (trovando una soluzione innovativa come il Next Generation EU); un momento pertanto in cui l’UE si era dimostrata un quadro indispensabile, ma anche bisognosa di profondi cambiamenti.

Sia Castagnoli che Trumellini, partendo da queste premesse, hanno poi illustrato le proposte di azione per i prossimi mesi, costruite sulla base delle notizie che arrivano dal lavoro dell’AFCO nel Parlamento europeo (PE) e grazie al consenso molto ampio raggiunto con il Comitato Federale del 19 novembre scorso a Roma in Italia e con il Federal Committee dell’UEF a dicembre a livello europeo.
Il rapporto su cui l’AFCO sta lavorando dimostra infatti di partire da una base molto federalista. Al momento le proposte su cui stanno lavorando i co-rapporteurs rispondono puntualmente alle richieste della CoFoE che necessitano un cambiamento dei Trattati – così come le aveva evidenziate lo stesso Consiglio –, e lo fanno con soluzioni federaliste, in coerenza anche con quanto emerso durante i lavori della Conferenza. Sappiamo che la strada da percorrere per arrivare a trovare un accordo che garantisca la maggioranza nel PE è molto complessa, e che quindi non possiamo assolutamente dare nulla per acquisito; ma questa situazione mostra come è importante che noi federalisti diffondiamo le informazioni sullo stato così avanzato del confronto all’interno del PE e facciamo sentire all’avanguardia federalista che si sta battendo in questo momento nell’Assemblea di Strasburgo il sostegno anche dal basso delle forze politiche e sociali, delle associazioni, dei cittadini sul territorio. Il Parlamento europeo non deve infatti retrocedere nel suo proposito, e per questo ha estremamente bisogno di non sentirsi isolato, ma viceversa di avere il supporto di forze popolari.

Sull’accordo raggiunto al nostro interno sulle posizioni da portare avanti, come si legge nella mozione approvata dal Comitato federale UEF, in sintesi possiamo dire che: 1) la Conferenza ha aperto un processo politico che ha tutte le potenzialità per farsi processo costituente; 2) il Parlamento europeo sta rispettando e traendo forza dai risultati della Conferenza; 3) il punto cruciale ora è non lasciare che il Consiglio sminuisca la richiesta del Parlamento europeo; 4) gli stessi Cittadini Ambasciatori della Conferenza si sono mobilitati rivolgendosi al Consiglio perché non tradisca gli impegni presi riguardo ai risultati della CoFoE; 5) fare in questo momento la battaglia per sostenere che il Parlamento europeo avanzi proposte coraggiose di riforma dell’UE, e che il Consiglio non abbia la meglio nella sua volontà di boicottare la possibilità di riformare i Trattati, è anche il modo più efficace per far sì che le elezioni europee del 2024 abbiano al centro del dibattito la questione del futuro assetto dell’UE, sia nel caso che si sia già aperta la Convenzione e il conseguente confronto politico sulle riforme necessarie, sia che invece si sia verificato il fatto che il Consiglio, insieme anche alle forze politiche ostili, sia riuscito a fermare l’avvio di tale processo.

La proposta operativa, pertanto, è quella di sviluppare una campagna in sinergia con il Gruppo Spinelli del PE e i Cittadini Ambasciatori CoFoE, sviluppandola a livello italiano ed europeo, per culminare con una manifestazione a Strasburgo insieme al Gruppo Spinelli (e alle altre organizzazioni federaliste, in primis la JEF e la sezione francese dell’UEF) attorno al 9 maggio.

Sarà questo il dibattito che andremo a sviluppare nel prossimo Comitato federale dell’UEF che si terrà in presenza a Bruxelles l’11-12 febbraio. Dall’Italia, portiamo sia l’idea di una petizione a sostegno alle richieste del Cittadini della CoFoE e del PE in merito all’avvio di una Convenzione – che l’UEF può aiutare a diffondere tra i parlamentari europei e la società civile attiva a livello europeo, nonché diffondere tra le proprie sezioni ed iscritti – sia l’impegno nello specifico come sezione nazionale di sostenere attraverso questa petizione il PE, raccogliendo firme qualificate (sulla base del precedente della nostra azione del maggio-giugno 2020 #iMillexEuropaFederale) e con una campagna social che la valorizzi, come abbiamo fatto durante la campagna estiva per le elezioni nazionali.

Durante i lavori della mattinata sono anche intervenuti Maria Laura Cinquini, una degli Ambasciatori dei Cittadini della CoFoE che ha promosso la lettera al Consiglio dell'UE, e Sandro Gozi, nella duplice veste di presidente UEF e del Gruppo Spinelli, per esprimere il loro supporto al progetto avanzato dal MFE.

Il dibattito con cui poi sono proseguiti i lavori ha visto nove interventi, in cui è stata espressa sostanziale adesione alle proposte politiche avanzate dalla segreteria e dalla presidenza. Sono inoltre stati sollevati il tema dell’evoluzione dei rapporti tra partiti politici a livello europeo – in particolare per quanto riguarda il dialogo in corso tra PPE e ECR (il raggruppamento europeo cui appartiene FdI) –, e la questione della posizione italiana e del ruolo del nostro Governo.

Anche nelle repliche si sono ripresi questi temi. Riguardo al primo si è fatto notare che in questa fase in cui non siamo ancora in presenza di un vero governo politico europeo, ma piuttosto siamo nel momento della sua costruzione, la polarizzazione destra-sinistra (al posto della tendenza a costruire schieramenti relativamente ampi, come accaduto sinora) non aiuta a far confluire le forze verso lo sforzo comune di costruire un’unione politica. Sul governo italiano, si è ribadita la volontà di lavorare perché non blocchi il processo della Convenzione, senza farsi grandi illusioni sulla capacità culturale del partito di maggioranza relativa di costruire una cultura di governo europea, ma senza neanche ignorare il fatto che il rafforzamento dell’Unione in certi settori (incluso quello delle risorse) è un interesse forte del nostro paese e che il Governo non vuole indebolirsi con politiche velleitarie anti-europee. Sulla base di questa analisi si sta ancora lavorando per costituire un Gruppo interparlamentare nel nostro Parlamento che sia collegato con il gruppo Spinelli nel PE e che coinvolga anche qualche esponente della maggioranza. E’ in cantiere a questo scopo un incontro alla Camera a Roma, da fissare attorno alla metà di marzo.
Si è poi passati alla votazione di un ordine del giorno (approvato all’unanimità) con cui la Direzione ha fatto proprie le indicazioni sulla campagna e dato mandato ai suoi rappresentanti in seno agli organi UEF di portare le nostre proposte al livello europeo.

A questo punto tutto è predisposto per partire, subito dopo il Comitato federale UEF – ossia dalla metà di febbraio – per questa azione che deve puntare a raccogliere le adesioni sfruttando le reti create in questi anni dalle sezioni – e in particolare durante la campagna per la Conferenza. Il momento resta politicamente molto favorevole alla nostra battaglia, e il federalismo europeo rimane saldamente il riferimento politico-culturale di chi vuole che l’Europa abbia gli strumenti per far fronte a questa fase così complessa e pericolosa del processo mondiale. Il nostro compito resta quindi attuale e importante, e con questa consapevolezza, che ci ha permesso di contribuire in modo significativo in questi ultimi anni, dobbiamo concentraci per l’ulteriore sforzo che ci aspetta.

 

  

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