Come federalista e Consigliera regionale dell’Emilia-Romagna, in questi anni ho assistito ad un completo stravolgimento del nostro mondo che mai avrei immaginato. 

Prima il Covid, poi la guerra in Ucraina, che ha causato un repentino aumento del costo dell’energia, hanno posto sempre più l’attenzione sul tema che l'energia è il fulcro della nostra società moderna, ma la sua gestione e produzione sono spesso state monopolizzate da grandi impianti e attori di Paesi con situazioni sociali e politiche complesse

L’indipendenza energetica dell’Italia - come di tutta l’Europa - rispetto a stati come la Russia, Cina o Paesi del mondo arabo passa anche da progetti che partano dai cittadini, dai comuni e dalle regioni europee. Infatti, un vento di cambiamento sta soffiando attraverso l'Emilia-Romagna, e si chiama Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Questo nuovo approccio alla gestione dell'energia vede cittadini, imprese e istituzioni locali unite in rete per produrre, consumare e condividere energia rinnovabile. È una visione che non solo promette di rivoluzionare il modo in cui produciamo e distribuiamo l'energia, ma anche di coinvolgere attivamente i cittadini nel processo.

Questo nuovo approccio alla gestione dell'energia vede cittadini, imprese e istituzioni locali unite in rete per produrre, consumare e condividere energia rinnovabile.

Nell'Emilia-Romagna, le CER stanno rapidamente diventando una realtà tangibile. Con 124 progetti approvati su 141 presentati, la Regione ha dimostrato un chiaro impegno nel sostenere questa iniziativa. Per far fronte all'enorme interesse, le risorse destinate sono state più che raddoppiate, raggiungendo oltre 4,6 milioni di euro grazie ai finanziamenti del Programma FESR 2021-2027 dell'Unione Europea. Questo dimostra una volontà concreta di promuovere la transizione verso un modello energetico più sostenibile e partecipativo.

Ma chi sono i protagonisti di questa rivoluzione energetica? Sono le comunità locali stesse: dai Comuni alle PMI, dai condomini alle cooperative agricole, tutti sono chiamati a contribuire. È un'ampia coalizione che riflette l'entusiasmo e l'impegno diffuso per un futuro più verde e solidale. Le province dell'Emilia-Romagna stanno già facendo la loro parte, con un numero significativo di progetti presentati in ognuna di esse.

Le province dell'Emilia-Romagna stanno giocando un ruolo chiave in questo processo, con un numero significativo di progetti presentati in ciascuna di esse. Da Forlì-Cesena a Piacenza, le comunità locali stanno dimostrando una volontà concreta di abbracciare le energie rinnovabili e di diventare attori attivi nella produzione e nella gestione dell'energia.

Le CER non sono solo un modo per produrre energia pulita, ma anche un mezzo per ridurre la dipendenza da fonti fossili e decentralizzare il sistema energetico. Invece di dipendere da pochi grandi impianti, le CER promuovono una rete di piccoli produttori e consumatori che condividono l'energia in modo equo e sostenibile. È un passo fondamentale verso l'autonomia energetica e la riduzione delle emissioni di gas serra.

Tuttavia, ci sono ancora sfide da affrontare lungo il cammino. È necessario non solo avviare e progettare le CER, ma anche garantire l'infrastruttura necessaria per sostenerle. È urgente l'emanazione di provvedimenti governativi che incentivino l'energia prodotta dalle CER e ne facilitino lo sviluppo. Tuttavia, con il sostegno e l'impegno delle istituzioni locali e regionali, siamo sulla buona strada per realizzare questa visione.

Il contributo regionale fino all'80% delle spese sostenute per l'avvio delle CER è un passo importante verso la realizzazione di questo obiettivo. Ma dobbiamo guardare oltre e continuare a investire nelle energie rinnovabili e nelle comunità che le sostengono.

Le CER rappresentano molto più di una semplice fonte di energia. Sono un simbolo di solidarietà, partecipazione e speranza per un futuro più sostenibile ed equo. È ora di abbracciare questa rivoluzione energetica locale e trasformare la nostra regione in un faro di innovazione e cambiamento.

Le CER non solo offrono un'opportunità per ridurre l'impatto ambientale e promuovere l'indipendenza energetica, ma sono anche un veicolo per promuovere la partecipazione civica e l'inclusione sociale.

La promozione e il sostegno delle comunità energetiche rinnovabili e degli autoconsumatori di energia rinnovabile sono state formalizzate nella Legge regionale n. 5 del 27 maggio 2022. Questa legge è stata approvata per attuare gli obiettivi europei di sostenibilità ambientale e di produzione e consumo di energia da fonti rinnovabili. Tra le varie forme di sostegno e promozione di CER, la norma prevede la possibilità di concedere contributi finanziari a sostegno della fase di costituzione, della predisposizione dei progetti, dell'acquisto e dell'installazione degli impianti di produzione e accumulo dell'energia e delle tecnologie necessarie alla realizzazione dei servizi previsti dalla normativa. 

La risposta alla Legge regionale è stata straordinaria: 124 progetti approvati su 141 presentati rappresentano una partecipazione significativa e un impegno tangibile verso un futuro energetico più sostenibile. Inoltre, l'incremento delle risorse finanziarie dimostra un chiaro impegno da parte dell'amministrazione regionale per sostenere questa iniziativa e per far fronte alla crescente domanda.

Le CER non solo offrono un'opportunità per ridurre l'impatto ambientale e promuovere l'indipendenza energetica, ma sono anche un veicolo per promuovere la partecipazione civica e l'inclusione sociale. Coinvolgendo cittadini, imprese e istituzioni locali, queste comunità stanno creando legami più forti all'interno delle loro comunità e contribuendo a costruire un futuro più sostenibile ed equo per tutti. Le CER, infatti, rappresentano molto più di una semplice fonte di energia. Sono un simbolo di solidarietà, partecipazione e speranza per un futuro più sostenibile ed equo. È ora di abbracciare questa rivoluzione energetica locale e trasformare la nostra regione, e l’Europa, in un faro di innovazione e cambiamento.

Lia Montalti
(Consigliera regionale Emilia-Romagna)

 

 

  

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