Una miscela infernale che alimenta posizioni conservatrici aggressive e ridicolizza i buoni principi dei progressisti, vista la mancanza di leadership adeguate.
Sul versante dei nazionalismi stiamo assistendo ad un crescendo impetuoso in Europa e nel mondo; già temiamo le loro potenzialità distruttive, che il Novecento ancora ci ricorda, con milioni di morti e orrori senza fine. Preoccupa ulteriormente che Musk e i leader di grandi potenze tecnologiche di stampo conservatore (un altro esempio è Peter Thiel, che con Musk fondò PayPal) hanno compreso da tempo che le maggiori pulsioni nel mondo sono quelle di affidarsi ad un capo assoluto, spregiudicato, senza lacciuoli e freni inibitori, che si occupi soprattutto della propria nazione. Hanno quindi subito circondato Trump con risorse finanziarie, strumenti tecnologici e di comunicazione perché vincesse facendo trionfare il privilegio come norma.
Il motto è semplice, si fa in fretta ad impararlo a memoria: ogni nazione prima di tutte le altre, nessuna prospettiva multilaterale, collaborativa, inclusiva, per ridurre, nonostante i problemi planetari del momento, i vecchi stati nazionali a degli gnomi ridicoli.
“Influenzare con le tecnologie non è difficile da chi ha una concentrazione spropositata di danaro e di potere mediatico.”
La scommessa delle Big Tech (Musk è questo mondo) punta dunque sui sondaggi dell'oggi, spesso truccati per vincere le elezioni di domani, punta sulla manipolazione dei media, sull’imperversare delle peggiori news e cattivi sentimenti nei social per provocare decisioni estreme, pilotando il tutto tramite le organizzazioni con enorme denaro.
D’altronde, influenzare con le tecnologie non è difficile da chi ha una concentrazione spropositata di danaro e di potere mediatico, perché condiziona le masse, e affascina milioni di uomini normali per illuderli di essere simili al capo assoluto o almeno considerarsi una costola privilegiata e protetta.
L’influenza attuata su Trump, che ha intuito questo paradigma vincente, è stata decisiva, e gli ha permesso di vincere, convincendo anche elettori finora a lui ostili e facendo dimenticare pure l’attacco al Campidoglio che l’aveva fatto iniziare in salita nella campagna elettorale.
Di questo propulsore infernale Elon Musk è l'emblema. Padrone di Tesla, di X, di migliaia di satelliti, di missili interplanetari, titolare di un patrimonio personale di quattrocento miliardi di dollari, esibisce i suoi bambini come cuccioli prodotti in serie nel suo universo psichedelico, senza turbare affatto gli occhi e il cuore di Giorgia Meloni. Elon Musk, nell'ora trionfale di Donald Trump, era saltellante ed entusiasta di prendersi accanto a lui la propria ambita rivincita - lui ex bullizzato creditore senza freni degli Stati sovrani, dei presidenti impetuosi, dei popoli addomesticati. Appare geniale, speciale e intrigante il modo in cui sta facendo sognare Trump, sempre più schiavo di lui.
Per guadagnarsi un posto al sole, anche Meta, Amazon e i CEO della tecnologia hanno investito un milione di dollari ciascuno oltre a ingenti donazioni per l’insediamento di Trump, che d’altra parte ha già nominato Andrew Ferguson a capo della FTC (Federal Trade Commission) per avere mano più leggera come antitrust: si attende già lo sblocco di fusioni e concentrazioni di aziende bloccate da Biden.
I leader delle aziende tecnologiche hanno insomma manifestato entusiasmo per il Presidente Trump, invocandolo come futura guida nell’era dell’intelligenza artificiale e garantendo il loro appoggio finanziario e mediatico.
Le Big Tech pensano così di essersi liberate del “politically correct” e di avere mano libera con Trump per la burocrazia, sconti sulle tasse e significative limitazioni di molti diritti civili e sociali acquisiti dai popoli; accompagneranno Trump a suon di milioni di dollari, nel trionfo tecnologico che sta creando un “digital divide” sempre più marcato, anche tra Usa e Europa.
In questo tripudio tecnologico dei grandi colossi, soprattutto in Europa si sta dimenticando i 70 anni di pace e perdendo il ricordo delle guerre mondiali del secolo scorso; accettiamo sempre di più l’industria delle armi, dei robot sostitutivi nel lavoro e nel sociale, lasciando perdere i concetti di misericordia nei confronti dei più deboli.
“Le mille divisioni del campo opposto che non riescono a organizzare alternative convincenti.”
Musk e le grandi potenze tecnologiche hanno indicato a Trump il futuro, contornato di computer che eseguono senza discutere ordini dall’alto e incoraggiano ormai tutti ad affidarci senza riserve alle magie e ai miti di un uomo senza radici e senza coscienza.
Alla distanza, confidiamo che questo modello possa perdere, come di solito succede quando si distribuisce carte truccate. Tuttavia, nel frattempo rischiamo di assistere a grandi disastri e molto dolore, approfittando delle mille divisioni del campo opposto che non riescono a organizzare alternative convincenti.
Robert Schuman, settantaquattro anni fa, poneva la pace come bene e traguardo assoluto; Musk e i politici che lui finanzia e sostiene promettono invece la vittoria senza prigionieri, la felicità obbligatoria per i seguaci.
Soltanto con vere democrazie e con il federalismo - che garantiscono libertà, partecipazione e condivisone, giustizia, diritti, multilateralità e non la legge del capo assoluto - possiamo sperare in soluzioni diverse del nostro destino. Non c'è niente di meglio sulla terra e nella storia con cui possiamo dare un sogno ai nostri ragazzi, una prospettiva di cui innamorarsi e per cui lavorare e impegnarsi.