L’inaspettata affermazione alle primarie del PD di Elly Schlein, iscritta da anni al MFE, è stato l’ultimo atto di un lungo processo di partecipazione attiva. In precedenza si era già aperta una fase di ascolto delle istanze sociali provenienti dall’esterno del principale partito della sinistra italiana che ha visto le proposte dei federalisti europei tra le protagoniste del confronto pubblico. Infatti attraverso lo strumento delle Agorà democratiche si sono tenuti dibattiti aperti alla ricerca di un chiaro profilo identitario e di nuove idee che andassero oltre al tradizionale perimetro del partito. Da subito i temi di politica internazionale ed europea si sono rivelati nodi essenziali da dover sciogliere. Come avvenuto per la contemporanea Conferenza sul futuro dell’Europa, si sono utilizzate anche forme digitali di partecipazione e i vari militanti federalisti coinvolti sono risultati determinanti nel salto di qualità del dibattito sui valori e gli obiettivi politici da perseguire. Per la prima volta nella storia dei partiti italiani si è riusciti a far inserire nel nuovo Manifesto costituente del PD l’esplicito riferimento al Manifesto di Ventotene, all’obiettivo dell’Europa federale e ad una serie di misure federaliste necessarie per realizzarla.
Dal Manifesto del nuovo PD (approvato il 21 gennaio 2023)
Rilanciare il progetto europeo, Il futuro dell’Italia è in un’Europa più unita
- “Il futuro dell’Italia è in Europa. Questa è stata e continuerà ad essere la nostra bussola per guidarci con sempre maggiore forza verso l’obiettivo di un’Europa federale. L’Europa è la nostra casa comune, la nostra protezione, la nostra opportunità. Solo una maggiore integrazione europea potrà consentire di elaborare politiche in grado di tutelare l’interesse nazionale. Nello spirito del Manifesto di Ventotene, vogliamo batterci per accelerare il processo d’integrazione europea in materia economica, sociale, di politica estera e di sicurezza, di migrazione e di asilo, di mobilità interna e di cittadinanza, insistendo per una maggiore democratizzazione delle istituzioni europee e delle loro procedure decisionali. Se negli anni il progetto europeo si è evoluto e ha fatto notevoli passi in avanti, emergono ancora fragilità significative nell’UE, troppo spesso bloccata dalla politica dei veti incrociati degli Stati membri. Per questo l’Unione europea va riformata per porla all’altezza delle aspettative e dei bisogni dei suoi cittadini.”
- “Vogliamo mantenere un orizzonte comune per tutti, ma crediamo sia necessario anche ricorrere a meccanismi di integrazione differenziata, a partire dalle cooperazioni rafforzate, che fin qui si sono rivelate spesso determinanti per l’evoluzione del progetto europeo. Per raggiungere questi obiettivi vogliamo stringere legami ancora più forti con gli altri movimenti e partiti progressisti, socialisti e democratici in Europa e in tutto il mondo.”
- “Crediamo sia fondamentale rafforzare la dimensione internazionale dell’Unione europea, a partire dalla difesa comune e dalla politica estera. Vogliamo impegnarci per la costruzione di un esercito europeo con autonomia strategica e operativa e, allo stesso tempo, lavorare per garantire un seggio all’Unione europea nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di consolidare il ruolo dell’UE e dell’Italia nello scenario globale.”
- “Dentro questo quadro riteniamo fondamentale che UE, ONU e NATO rimangano le organizzazioni internazionali di riferimento per l’Italia, all’interno delle quali svolgere un ruolo da protagonisti. Nel pieno rispetto dei nostri impegni all’interno della NATO, crediamo sia necessario avanzare sul piano della difesa comune dell’UE, rafforzandone il pilastro europeo.”
La capacità dei federalisti di egemonizzare culturalmente la dimensione europea in questo ambiente politico non è stata né casuale, né estemporanea. Infatti da un’analisi delle mozioni congressuali presentate si riscontra che tali riferimenti federalisti in tema europeo sono stati ampiamente ripresi e approfonditi da tutti i candidati alla segreteria. Di conseguenza si è potuto sviluppare il confronto politico, la condivisione e il radicamento della tradizionale visione federalista non solo presso la forza politica con la più grande platea organizzata di attivisti in Italia, ma anche in altri settori della società. Con le Primarie dello scorso 26 febbraio si doveva scegliere tra linee politiche alternative che però poggiavano su indubbi punti in comune tra i candidati Bonaccini e Schlein, come il netto schierarsi a favore della costruzione dell’Europa federale e la condivisione delle azioni immediate da intraprendere per realizzarla.
Dalla mozione per Elly Schlein Segretaria
Capitolo: Parte da Noi, l’impegno per un mondo più giusto
-“In un mondo sempre più instabile, l’Unione europea può essere una superpotenza civile, democratica, multilateralista e ecologista. A condizione di rilanciare con forza il progetto federalista europeo. L’Unione europea non è un incidente della storia ma la nostra comunità di destino, un orizzonte ideale cui ogni forza progressista deve tendere. L’Europa è la nostra politica interna. Perché solo insieme, nell’Unione europea, possiamo affrontare le grandi sfide che abbiamo davanti. Nessuna delle quali può trovare soluzione entro i ristretti confini nazionali.”
- “Oggi una nuova Europa è davvero possibile, un’Europa federale capace di unire nelle diversità, un’Europa sociale che riduce le diseguaglianze, un’Europa democratica che difende i diritti fondamentali e autorevole nel mondo. Tuttavia, il progetto di integrazione è rimasto incagliato negli egoismi nazionali. Sta a noi portare nell’agenda pubblica del nostro Paese i grandi temi europei, farla uscire da un dibattito politico troppo spesso ombelicale.”
- “Fare nostro anche simbolicamente l’impegno per la costruzione di una nuova democrazia europea, inserendo nello Statuto del PD un chiaro riferimento al Manifesto di Ventotene per un’Europa libera e unita e l’obiettivo della costruzione dell’Europa federale.”
- “Dobbiamo fare rete e unire le nostre lotte con le altre forze progressiste, ecologiste e della sinistra europee attorno a valori comuni. La soluzione non è rinunciare allo spazio europeo, come vogliono i sovranisti, ma ampliarne la dimensione democratica. Servono partiti, movimenti, corpi intermedi, media più europei. Servono piazze che in tutta Europa si uniscano attorno a comuni battaglie per un’Unione diversa, fondata sulla volontà dei cittadini e delle cittadine e non dei governi, che chiusi nei loro egoismi nazionali tengono a freno il processo d’integrazione europea.”
- “Le elezioni europee del 2024 saranno un passaggio fondamentale. Il Parlamento europeo, infatti è l’unica istituzione direttamente eletta dai cittadini e quella più impegnata nelle battaglie per un rafforzamento non formale dell’Unione. Per questo motivo dobbiamo sostenere la convocazione di una convenzione europea per la modifica dei Trattati che segua le linee d’intervento discusse nella Conferenza sul futuro dell’Europa. Avere l’ambizione di cambiare i Trattati, superare l’unanimità su alcune materie fondamentali, proseguire la battaglia per le risorse proprie della Unione e rafforzare il Parlamento.”
- “E’ necessario riformare e democratizzare la governance economica, modificando profondamente il Patto di stabilità e crescita e con un mandato della BCE orientato anche verso la piena occupazione. Promuovere una fiscalità europea, con una soglia minima comune di tassazione delle multinazionali e il contrasto ai paradisi fiscali all’interno dell’Unione.”
- “Il Qatargate è una ferita profonda per chi crede nell’Europa e nella democrazia. Servono norme e controlli molto più stringenti sulle attività delle lobby all’interno delle istituzioni, con obblighi di trasparenza sugli incontri dei membri del Parlamento e prevedendo periodi di raffreddamento di almeno 3 anni prima che chi abbia rappresentato le istituzioni possa rappresentare interessi privati, evitando il fenomeno delle “porte girevoli” e i conflitti di interesse.”
A questi solenni impegni dovranno seguire iniziative concrete, ma un comune bagaglio valoriale non può che rafforzare il fronte per la Federazione europea. Per questo è auspicabile che analoghe azioni di persuasione vengano svolte anche presso altre organizzazioni della società civile, andando ben oltre l’occasionale funzione istituzionale di “consigliere del principe”. Si dovrebbe incentivare sempre più la costante e diffusa attività dei nostri militanti nell’arena della politica, al fine di valorizzare le potenzialità di consenso e la forza rivoluzionaria del messaggio federalista.